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animazioni digitali

GPU in the Streets

GPU in the Streets, New York, 2005
GPU in the Streets, New York,  2005

 

Performance:
I wander about in the city, asking to passers-by for some photos-souvenir with the shape of my “Global Sisters/Logo GPU”
Many kind persons say “yes”: they trust my smile and don’t ask what the shape could embody…
Question: Can you really see what is visible?

 

Loverrs / Fuckerrs

IvanaSpinelli_LOVERRS-FUCKERRS--installazione-videoscultura
sx-luna


LOVVERSB1

LOVERRS/ FUCKERRS, videosculpture multimedia / video scultura, 200x200x200 cm, 2012


I KNOW THAT YOU ARE LOOKING AT ME video, 00’59” loop, col, muto, PAL, 2011






I LOVE YOU SO
videosculptur multimedia, 4 channels PAL, col, mute, digital frames9”, pallet, wood boxes/
videoscultura multimedia, 4 canali PAL, col, muto, digital frames 9”, pallet, box legno /
120x80x60cm, 201

ONE WORD, ONE PIN
papier mâché, steel, plaster, thread / cartapesta, accaiaio, filo, libro 29x21x19 cm, 2011


LOVERRS / FUCKERRS

Multimedia installation videosculpture, variable dimensions: ceramic-wood-fabric sculptures, videoprojection, slide projection, wood box, grass, bottles, 2011

Installazione videoscultura multimediale, dimensioni variabili: sculture in ceramica, legno e stoffa h75cm, videoproiezione su quadro 30x30cm, 2 foto 16x11cm, proiezione dia, cassa di legno con stencil, erba, pannelli di legno, bottiglie, 2011

Catalogo Loverrs/Fuckerrs, ideato dall’artista.

(…) Mi sembrava sempre più evidente come nel lavoro di Ivana Spinelli l’intersecazione dei diversi piani delle realtà (è esatto al plurale) fosse l’aspetto essenziale della sua azione. Ma cosa intendo con “intersecazione dei diversi piani delle realtà”? (…) Oggi il mondo della rete contiene articolazioni delle realtà a iosa, e al di là della loro diffusione e durata, rendono sempre più sdrucciolevole la strada che procede verso l’identificazione stessa del Reale.
Direi che ci siamo. È proprio qui che volevo portarvi per farvi entrare dal verso giusto in questo pantheon di immagini che Ivana Spinelli ha realizzato solo per i nostri occhi.
Dal video alle foto, dai disegni all’organismo complesso della scultura in ceramica con proiezione ed elementi di farcitura con materiali vari, tutto costruisce una specie di linea di sutura tra gli ambiti delle diverse realtà. Se mi consentite un azzardo inconsueto in un testo critico, direi che questo di Ivana Spinelli è un gesto d’amore verso tutti noi. Ha capito il senso delle immagini, di alcune immagini, ne ha come espunto la forza simbolica, rendendola compatibile con la nostra instabilità, e ce le ha portate fin dentro al nostro quotidiano. Ma cosa fanno gli artisti se non aiutarci a capire il mondo in cui siamo grazie a grandi gesti d’amore?
Loverrs-Fuckerrs è solo per i nostri occhi. Le immagini che lo compongono, le storie che vi s’intrecciano servono a dimostrarci in modo direi pratico, tangibile, che è la riconquista della continuità tra le diverse realtà che ci metterà di nuovo in condizione di comprendere l’unitarietà del Reale e di quello che contiene. (…)
estratto dal testo in catalogo, Raffaele Gavarro

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Catalogue Loverrs/Fuckerrs, designed by the artist.

(…) It seemed by and by more evident that in the work of Ivana Spinelli the intersection of different levels of realities (yes, plural is correct) lies the basic aspect of her action. But what do I mean by “intersection of different levels of realities”? (…) Nowadays, the world of the web contains an incredible number of articulations of reality which, beyond their circulation and duration, make the road to identification of the Real more and more slippery.
I would say we are almost at our point. It’s here I wanted to take you, to make you enter through the right side in this pantheon of images that Ivana Spinelli realized for our eyes only.
From videos to photos, from pictures to the complex organism of ceramic sculptures, with projections and stuffing elements made of different materials, everything contributes to make a sort of stitch line among all the different realities. If you allow me an unusual hazard in a critical text, I would say this is an act of love towards us all. Ivana Spinelli has caught the sense of images, of some images. It is inspired by their symbolic strength, making them compatible with our instability, and has brought them inside our daily life. But then, what do artists do if not help us understand the world in which we are, thanks to big acts of love?
Loverrs-Fuckerrs is for our eyes only. Its images, its stories, demonstrate us in a practical, tangible way that recapturing the continuity among different realities we will be able to understand once again the unity of the Real and of what it contains. (…)
abstract by the text in the catalogue, Raffaele Gavarro

LOVERRS / FUCKERRS from Ivana Spinelli on Vimeo.

Global Pin-Up

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Ivana Spinelli ha (…) creato un meta-brand attraverso il progetto Global Pin-Up. Attualmente sta organizzando dei workshop con gruppi caratterizzati da una determinata identità. Durante i workshop le tematiche affrontate vengono tradotte inshopping bag, e i tempi e i modi di realizzazione rispettano le necessità del gruppo. Le borse prodotte viaggiano dentro e fuori il sistema dell’arte, passando dalla galleria al museo fino al negozio commerciale, a cui vengono date in conto-vendita. Altre shopping bag servono invece da connessione per una “bag narrativity” che si sviluppa tramite un sito web. In questo modo, la Spinelli prova a costruire un sistema di produzione trasversale che sia espressione diretta del futuro consumatore.
Benedetta di Loreto

Ivana Spinelli (…) mette in scena (…) un processo di produzione simbolica fondato sulla con-fusione produttiva di arte e moda. (…)
Un bazar dove vengono presentati icone, cartelle di disegni, video, nonchè indumenti ed accessori per un soggetto speciale: la Global Pin Up.
Questa creatura virtuale-reale è un passo ulteriore rispetto alla figura della Top Model, esempio moderno di bellezza universale, ed è più vicina alla sua evoluzione nella Pop Model: bellezza mondanizzata, la cui “connotazione ipersemiotica del corpo” (Calefato P., Mass Moda, Costa&Nolan 1996) trasforma il corpo in spazio territoriale, narrativo, comunicativo. La Pin Up globale di Spinelli – kamikaze erotico, silouette dal volto coperto da un passamontagna nero e rosa o da una maschera antigas verde brillante – è una creatura che mescola l’icona televisiva di Miss Italia con quella delle Grazie rinascimentali, e contemporaneamente è il corpo sul quale si incrociano le cronache del terrore con le immagini della seduzione che, insieme, abitano quello che Arjun Appadurai (Modernità in polvere, Meltemi 2001) ha chiamato il mediascape del mondo globalizzato.
Franco Speroni

WEBSITE         GLOBAL PIN-UP

WORKSHOP   GPU BAG NARRATIVITY

PERFORMANCE  GPU IN THE STREETS

GPUsmalldolls



  

 

Dimmi no

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Project by Ivana Spinelli started in 2011.

DIMMI NO :: SAY “NO”TO ME is a project that originated from a reflection about “selling”, on the occasion of the exhibiton “Non tutto è in vendita” (Not all is for sale), curated by Raffaele Gavarro, Bologna, 2011.

Through facebook I invited people to join in the project and answer two questions: What can’t be sold? and What would you never sell? In other words, which things have to be defended, rescued from monetization and bargaining? For two weeks these questions were repeated in my facebook-profile and all the comments/answers were recorded and collected in a small book, also reporting time and date.
What to sell is also a critical point in sociological research.
“Dimmi No” is a work in progress, to be continued in different languages.

http://www.facebook.com/pages/Dimmi-No-Say-no-to-Me/198605686823452?v=wall

Exhibition view: NON TUTTO E’ IN VENDITA, a cura di Raffaele Gavarro, Galleria OltreDimore, Bologna, 2011

Video installation, book.
Music by Modern Institute (Teho Teardo e Martina Bertoni)

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WHAT WOULD YOU NEVER SELL? @ TAKE ME (I’M YOURS)
7 ottobre 2017, es parcheggio Giuriolo, Bologna

Da un’idea di Christian Boltanski, Take Me (I’m Yours) reinventa le regole con cui si fa esperienza di un’opera d’arte: i lavori esposti si possono toccare, usare o addirittura portare via gratuitamente. Una “dispersione amichevole” che invita alla rielaborazione ludica e ironica dei processi di creazione dei valori dell’arte. Non è una mostra e neanche un’installazione temporanea, Take Me (I’m Yours) è una vera e propria performance collettiva, un’insolita fiera dell’arte dove i protagonisti sono i partecipanti stessi, invitati a svuotare fisicamente lo spazio che li circonda e a compiere tutto quanto è di norma vietato fare in un museo. In occasione di “Anime. Di luogo in luogo”, progetto speciale 2017 del Comune di Bologna, Christian Boltanski ha scelto di coinvolgere direttamente l’Accademia di Belle Arti di Bologna per comporre l’ultimo tassello del mosaico di eventi, incontri e iniziative a lui dedicate dalla città. Con il coordinamento di Danilo Eccher, curatore dell’intero progetto speciale e in collaborazione con MAMbo, 30 insegnanti e 210 studenti dell’Accademia hanno accettato la sfida del celebre artista francese per realizzare centinaia di opere d’arte da disperdere amichevolmente nel giro di poche ore. Di assoluta novità anche lo spazio individuato: fuori dai musei e dai luoghi istituzionali, Take Me (I’m Yours) si riappropria a Bologna di un edificio abbandonato di periferia, allestendo temporaneamente il suo mercato presso l’ex parcheggio sopraelevato Giuriolo, prefigurando in chiave culturale, il futuro di questa affascinante struttura, già coinvolta in un ambizioso progetto della Fondazione Cineteca di Bologna per la realizzazione di un nuovo polo tecnico-archivistico.